L’arte di padre Costantino Ruggeri in mostra al Santuario della Madonna del Divino Amore

Sabato 25 ottobre, presso il Santuario della Madonna del Divino Amore, si è tenuta una conferenza per celebrare il centenario della nascita di padre Costantino Ruggeri, artista e francescano.

Don Remo Chiavarini ha aperto i lavori e, nel portare i saluti del Rettore, cardinale Enrico Feroci, ricorda che l’idea del Nuovo Santuario, a padre Costantino, è arrivata subito, già durante la sua prima visita: roccia affiorante da un prato di collina, semplice e discreta. Sottolinea, infine, come la visione spirituale e artistica di padre Costantino, sia presente nelle grandi vetrate del Nuovo Santuario, che non decorano ma consacrano lo spazio, secondo un’intuizione di mons. Ravasi.

Mons. Renato Tarantelli,  Vescovo Ausiliare per il settore sud della Diocesi di Roma, ha evidenziato il legame tra il Santuario e la devozione mariana romana, sottolineando come l’architettura sacra, nel passare dall’oscurità dell’atrio alla luce dell’aula e nella verticalità del presbiterio, rifletta il cammino spirituale del fedele. Ha ricordato anche la processione del 1944 con l’icona della Madonna del Divino Amore, nuova “Salus Populi Romani”, simbolo di speranza per Roma nel crocevia doloroso della guerra.

L’architetto Emanuele Pozzilli, incaricato diocesano all’edilizia di culto, ha parlato della sintesi tra arte, liturgia e architettura nell’opera di padre Ruggeri, che ha saputo tradurre la spiritualità in spazi mistici e poetici, capaci di comunicare la presenza di Dio. Comprese come il grande rinnovamento operato dal Concilio, riguardasse anche gli spazi di culto e questa intuizione si riflette nell’opera di padre Ruggeri non solo nella ricerca costante della bellezza, ma di un’energia che si fa, richiamando Le Corbusier, “joie de vivre”. Lo “spazio mistico”, espressione coniata da padre Costantino, è, secondo l’arch. Pozzilli, innanzitutto uno spazio di emozioni e da questo punto di vista, esprime un certo disagio di fronte a tanta edilizia di culto priva di qualunque tensione poetica ed esprime la necessità di nuove chiese che non siano meri “contenitori di funzioni” ma luoghi, sull’esempio dell’opera di padre Ruggeri, nei quali fare esperienza di Dio.

L’architetto Luigi Leoni, coprogettista del nuovo Santuario e di tante opere di architettura realizzate insieme a padre Costantino, ha ripercorso la vita e la passione per il vetro di padre Costantino, che ha saputo trasformare materiali poveri in arte sacra. Ha raccontato la genesi del Nuovo Santuario, nato dall’intuizione di radicarlo nel paesaggio tufaceo, e ha ricordato l’inaugurazione da parte di papa Giovanni Paolo II nel 1999. Conclude il suo intervento all’interno del Nuovo Santuario, ricordando come la richiesta iniziale della committenza fosse quella di inglobare l’antica pieve mariana all’interno di un vasto edificio monumentale. A padre Costantino e a Luigi Leoni, già nel primo sopralluogo fu chiaro che non poteva essere quella la soluzione. Il paesaggio raccontava un’altra storia, con le grotte e le cave di tufo: nell’intimità della terra, dove sono le radici, sarebbe nato il Nuovo Santuario, zolla di terra sollevata e circondata dai colori dei vetri. Tutte le vicende che seguirono, ricorda Luigi Leoni, hanno avuto qualcosa di prodigioso: dall’approvazione della variante che avrebbe permesso così di costruire al di fuori del perimetro murario, in poi. E la presenza discreta di Maria che ha accompagnato tutto l’iter fino all’inaugurazione, è cantata nei colori e nelle forme delle grandi vetrate che disegnano il perimetro del Nuovo Santuario, dall’ingresso, inizialmente pensato sul lato opposto di quello attuale, dagli intensi colori scuri del nostro buio, illuminato poco dopo dall’Annunciazione, descritta da una semplice “Ave Maria”, poi dal mistero dell’Incarnazione ed infine, da un grande sole giallo che annuncia la Resurrezione.

A seguire, è prevista una mostra delle opere di padre Costantino Ruggeri nelle domeniche 16, 23, 30 novembre e 7 dicembre, dalle 9:00 alle 12:00, presso l’Auditorium sotto il Nuovo Santuario.

Claudio De Meo

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