Il 18 giugno 2022 a Foligno sono state presentate ricerche sull’architetto Franco Antonelli, pubblicate in un volume monografico edito da Electa Mondadori. Il progetto di ricerca, promosso dalla Pro Foligno e dalla Consulta di Coordinamento delle Associazioni Culturali di Foligno, ha raccolto storici dell’architettura, accademici e professionisti da tutta Italia, coordinati da Paolo Belardi (Università degli Studi di Perugia) e Marzia Marandola (Istituto Universitario di Architettura di Venezia), curatori del volume. Nelle sedi di Palazzo Trinci e dell’Auditorium di San Domenico, quest’ultimo ricavato in una chiesa (XIII-XV) recuperata (1972-93) dallo stesso architetto, si è discusso della figura di Franco Antonelli, raccogliendo le testimonianze dirette di parenti e amici nonché le interpretazioni degli studiosi chiamati a scrivere nel volume. Alla base dell’iniziativa è la volontà di riaccendere le luci sull’architetto folignate, a 26 anni dalla pubblicazione dell’ultimo volume dedicatogli (Franco Antonelli Architetto, a cura di Sergio Lenci e Marcella Antonelli, Silvana Editoriale, Milano 1996). Si riscopre così la caratura di un professionista che, sebbene poco conosciuto al di fuori dell’ambito umbro, merita un’ampia rivalutazione e una contestualizzazione nella scena architettonica nazionale e internazionale. I suoi progetti si sono dimostrati sensibili alle istanze architettoniche d’oltralpe, nonché anticipatori di una sensibilità verso la dimensione umana e storica dell’architettura che li rende tutt’ora attuali. L’immagine che ne deriva è quella di un Antonelli progettista a tutto sesto, attivo alle diverse scale del progetto, dagli interni ai piani urbani, dalla committenza pubblica a quella privata ed ecclesiastica. Proprio i progetti di chiese hanno dato ad Antonelli l’opportunità di sperimentare forme, nonché la sua idea di spiritualità e di vita religiosa, fortemente influenzata dall’attivismo nei gruppi dell’azione cattolica di Foligno. Le sue architetture sacre, tra cui il monastero di Santa Maria di Betlem a Foligno (1969-94), sono fortezze della fede nel territorio umbro, avamposti di una cultura cristiana che guarda al poverello d’Assisi e al suo dialogo con la natura come ispirazione morale e formale dell’architettura.
La mattinata si è aperta con i saluti istituzionali, seguiti dall’intervento degli eredi Antonelli, che gestiscono l’archivio dell’architetto, e dalla presentazione dei curatori del volume. Paolo Belardi ha sottolineato come il progetto rientri in un più ampio studio sull’architettura contemporanea in Umbria, mentre Marzia Marandola ha ripercorso le tappe della ricerca. Florian Castiglione, in veste di autore della campagna fotografica a corredo del libro e di rappresentante della Soprintendenza dell’Umbria, ha sottolineato l’importanza della tutela dell’architettura contemporanea. Claudia Conforti, cattedratica di storia dell’architettura all’Università degli Studi di Roma Tor Vergata, ha introdotto l’opera di Franco Antonelli analizzandola secondo le coordinate dello spazio e del tempo su cui si muove da sempre l’architettura. Il legame spaziale di Franco Antonelli con la terra natia si configura come una costante geografica e stilistica dei progetti. La solidità e l’asprezza dell’architettura umbra si concretizzano nella definizione stereometrica dei volumi, mentre l’espressività dei materiali, pietra, laterizio, o cemento lasciato a vista, assurge a simbolo di quella trasparenza e onestà morale che Reyner Banham riconobbe negli architetti del ‘New Brutalism’ (1955). Tuttavia, seppur nella varietà di soluzioni formali, tipologiche e tecnologiche, le architetture di Franco Antonelli sembrano seguire un percorso lineare, senza sbalzi improvvisi di stile. Difatti, i progetti della tarda età sono a pieno titolo confrontabili con quelli della giovinezza. È questo il sintomo di una maturità precoce che non perde la sua carica riformatrice con il passare degli anni, ma anzi la rafforza attraverso il dialogo critico con la storia. Un dialogo che emerge limpido nel progetto di restauro dell’Auditorium di San Domenico, la cui evoluzione è stata sintetizzata dall’architetto Giovanna Chiuini.
La sessione pomeridiana si è aperta con l’intervento di Francesco Dal Co, direttore di Casabella direttore scientifico della divisione Architettura di Electa. Nel suo intervento ha ribadito l’importanza di studi e ricerche su architetti che, lontano dai clamori, sono stati fautori di una qualità architettonica diffusa. Sottolineando similitudini con la produzione di Luigi Pellegrin e Ciro Cicconcelli (con cui Antonelli lavorò nei primi anni di professione), Carlo Aymonino, Maurizio Sacripanti e Mario Ridolfi, Dal Co ha sottolineato la necessità di reinserire Franco Antonelli tra gli attori dell’architettura italiana del dopoguerra. In seguito, hanno preso parola gli autori delle ricerche: Marzia Marandola ha introdotto l’opera di Antonelli nel contesto nazionale; Michele Talia (Istituto Nazionale di Urbanistica) il coinvolgimento nella pianificazione urbanistica di diversi centri umbri; Carla Zito (Associazione Guarino Guarini per l’arte cristiana di Torino) si è occupata dei progetti di architettura sacra; Lorenzo Grieco (Università di Roma Tor Vergata) della formazione e degli anni romani; Valeria Menchetelli (Università di Perugia) e Paolo Belardi hanno riflettuto sul ruolo del disegno nell’opera dell’architetto; Anna Vyazemtseva (Università di Genova) dei progetti per i concorsi di architettura; Ruggero Lenci (Università di Roma La Sapienza) delle architetture civili, per l’industria e l’istruzione; Alberto Coppo (Università di Roma Tre) l’architettura residenziale; Giovanna Ramaccini (Università di Perugia) i progetti di interni e design; Tullia Capitanucci e Laura Fagioli (per l’Archivio Franco Antonelli) hanno concluso il dibattito presentando le loro considerazioni sulla tutela e valorizzazione dell’archivio dell’architetto.
L’evento ha registrato la partecipazione di un vasto pubblico di professionisti e non, invitati a visitare le opere dell’architetto disseminate nella città di Foligno. Farà seguito la presentazione del volume monografico, prevista per l’Autunno 2022.
Lorenzo Grieco*