IL MUSEO DEL TRASPARENTE DI MENDRISIO

Opere uniche in una casa unica

I “trasparenti” in Casa Croci a Mendrisio

Verso il 1858, al ritorno in patria da una campagna di lavori in Turchia, l’architetto Antonio Croci (1823-1884) costruisce ai margini dell’abitato antico, su un promontorio verso la valle, una spettacolare, cristallina piccola casa per sé. Geometrie angolari rigorose sulla pianta poligonale, risultano addolcite da smussature e rientranze di terrazzini e finestre, in un variare indistinto sui tre piani a vista culminanti un un’aerea altana circolare in equilibrio sul tetto, scortata da cinque comignoli metallici. Il tutto accordato sui toni del tortora, del celeste e oro pallido. Morto senza eredi diretti la casa fu in parte adattata dagli abitanti successivi finché venne acquistata dal comune, che affidò il restauro conservativo all’architetto Fabio Reinhart, profondo conoscitore delle originalissime opere del Croci. Al fine di rendere usufruibile la struttura per esposizioni temporanee come succursale del Museo d’arte di Mendrisio, sono stati inseriti un sistema di riscaldamento e illuminazione, alterando al minimo le strutture, lasciando quasi intatti il seminterrato, la cantina buia e la “nevera”, per un totale di sei livelli mirabilmente articolati.

In questo spazio meraviglioso ed eccezionale dal 2017 si è deciso di esporre una selezione di un’altra unicità di Mendrisio: i dipinti traslucidi che vengono esposti dal 1790 per le vie del borgo durante le processioni notturne della Settimana Santa, comunemente chiamati “trasparenti”, motivo primo della candidatura delle processioni al patrimonio Unesco delle tradizioni viventi. A differenza di tutti gli altri luoghi in cui ancora oggi si praticano tali manifestazioni, qui alla fine del Settecento qualcuno, probabilmente il frate Antonio Maria Baroffio (1732-1798) dei Servi di Maria, reduce dal soppresso convento di Piacenza, chiese al pittore di Rovio diplomato all’accademia di Parma Giovanni Battista Bagutti (1742-1823), di eseguire la prima serie delle 10 grandi “porte” effimere: specie di archi a due lati, trasversali alle vie del borgo, illustranti una scena della passione di Cristo o di Maria tra coppie di profeti.

Subito dopo lo stesso pittore e alcuni collaboratori eseguirono molti altri per i balconi, le facciate delle case e diversi lampioni processionali, dando inizio ad una tradizione mai interrotta ancora viva oggi. Considerato che le opere devo stare esposte per diverse settimane al tempo variabile della Pasqua, il Bagutti escogitò una tecnica stupefacente, selezionando la tela, i pochissimi pigmenti, il legante e la cera per renderli impermeabili e traslucidi.

Nel museo sono esposti alcuni dipinti tra quelli di cui vengo esposte copie fotografiche nelle diverse tipologie, compresi lampioni e altri strumenti; alcune testimonianze edite e inedite relative alla loro storia in parte ancora sconosciuta, e due interessanti stanze illustranti la tecnica di esecuzione e di restauro, entrambe uniche e impegnative.

Rolando Zuccolo e Luana Lampis hanno studiato essenziali ed efficacissimi allestimenti e illuminazioni.

Anastasia Gilardi, storica dell’arte, curatrice dell’esposizione





Come raggiungere il museo

 

Per altri approfondimenti

http://www.processionimendrisio.ch/pages/_it_/p7-1.htm

 

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