IL MUSEO DELLA CERTOSA DI PAVIA

Il museo è situato all’interno del magnifico complesso monumentale della Certosa di Pavia, precisamente negli spazi del cosiddetto Palazzo Ducale.

La Certosa di Pavia, dedicata a Santa Maria delle Grazie, fu costruita per volere di Gian Galeazzo Visconti, duca di Milano, a partire dal 1396. Alla realizzazione del progetto contribuirono famosi architetti dell’epoca viscontea e al suo apparato decorativo, pittorico e scultoreo, collaborarono i migliori artisti dell’epoca, collegati alla corte visconteo-sforzesca.

Il monumento è di proprietà dello Stato italiano dal 1866, dopo la soppressione degli ordini e delle corporazioni religiose, ed è attualmente gestito da monaci cistercensi, mentre il museo fa capo al Ministero dei Beni e delle Attività Culturali.

L’idea di costituire un museo all’interno della Certosa prese corpo alla fine dell’Ottocento e arrivò alla realizzazione grazie all’intervento dell’architetto milanese Luca Beltrami, il quale aveva seguito anche i lavori di restauro del monumento. Inaugurato nel 1911, il museo venne, però, chiuso l’anno successivo per difficoltà di gestione e tale rimase per circa un secolo. Tra gli anni Novanta e il Duemila consistenti lavori di restauro, sia della struttura che delle opere, portarono alla riapertura definitiva del museo a partire dal 2008, con un parziale riallestimento.

Il museo è disposto su due piani, differenziati nel contenuto e nell’allestimento: al piano terra, nella galleria di San Bruno, si trova la gipsoteca, completamente riallestita negli scorsi decenni, mentre al primo piano sono situate la pinacoteca e la collezione di sculture nell’allestimento originario di Beltrami, salvo piccole modifiche.

La gipsoteca è una collezione di calchi in gesso dei rilievi della facciata della chiesa, di elementi architettonici e di altri elementi decorativi del monumento, ideata da Luca Beltrami con lo scopo di consentire una visione ravvicinata dei rilievi posti sulla facciata e al contempo di documentare il loro stato di conservazione. I gessi sono opera dei formatori milanesi Piero ed Edoardo Pierotti e di altri autori, eseguiti a partire dalla seconda metà dell’Ottocento.

Tra gli oltre 200 calchi si segnalano quelli dell’originario altare maggiore della chiesa (oggi conservato a Carpiano) e quello del celebre monumento funebre a Lodovico il Moro e Beatrice d’Este, collocato in una saletta in cui è stato mantenuto l’allestimento di Beltrami, oltre alla copia del rilievo con scena di battaglia dal monumento funebre di Gian Galeazzo Visconti.

Nella galleria trova posto una notevole scultura di Cristoforo Solari, Cristo nel sepolcro, accompagnata dal suo calco. Sulla parete di fondo compare il dipinto murale di Cristo come fonte di vita, opera di Mauro Fiammenghino, mentre all’ingresso del museo è esposta la grande tela con la Veduta della Certosa a volo d’uccello, di un artista lombardo della prima metà del XVII secolo.

La Pinacoteca e la collezione di sculture, ospitate al piano superiore, costituiscono un’importantissima documentazione della storia artistica del monumento e dell’elevato livello raggiunto. Tutte le provengono, infatti, dalla chiesa e dal complesso monastico.

Nella sala d’ingresso vi sono le tele con i ritratti di alcuni dei più importanti esponenti delle famiglie Visconti e Sforza, promotori e protettori della Certosa: i due ritratti di maggiori dimensioni rappresentano, a figura intera, il fondatore della Certosa, Gian Galeazzo Visconti, e la seconda moglie, Caterina, figlia di Bernabò Visconti.

Accanto si trova lo Studiolo, della seconda metà del Cinquecento, interamente decorato secondo il gusto dell’epoca con riquadri sostenuti da giganteschi telamoni dalle gambe serpentiformi. Il soffitto, costellato da grottesche, reca al centro la scena del Sogno di Costantino.

Nella sala dell’Oratorio sono esposti, all’interno delle vetrine originali del 1911, alcuni paramenti liturgici (databili tra il 1700 e il 1800). Il soffitto è decorato con la Gloria di San Bruno, fondatore dell’ordine certosino, accompagnato in cielo dalle tre virtù teologali, Fede, Speranza e Carità, opera del Fiammenghino eseguita tra il 1630 e il 1635. Nella sala successiva si trovano tele con raffigurazioni di santi e ritratti di ecclesiastici, legati alla storia del monumento.

L’ultima sala ospita i capolavori pittorici del museo, realizzati da importanti maestri attivi nel cantiere della Certosa a cavallo tra il Quattrocento e il Cinquecento. Da segnalare la grande tavola raffigurante la Madonna con il Bambino in trono con S. Giovanni Battista, San Gerolamo e angeli musicanti di Bartolomeo Montagna, gli Angeli oranti, S. Pietro e S. Paolo di Ambrogio da Fossano, detto il Bergognone, oltre alle due tavole raffiguranti S. Ambrogio e S. Martino di Bernardino Luini.

Le sculture, testimonianza della florida stagione rinascimentale della scultura lombarda tra la seconda metà del Quattrocento e i primi decenni del Cinquecento, sono esposte sopra mensole in marmo rosso, ideate da Beltrami per l’allestimento del 1911.

Tra peducci, capitelli e altri elementi architettonici e frammenti di sculture, emergono alcuni rilievi di grande qualità artistica, come la Flagellazione di Cristo attribuita a Giovanni Antonio Amadeo, e i riquadri policromi raffiguranti L’Orazione di Cristo nell’orto e La Salita al Monte Calvario, entrambi opera di Antonio Mantegazza. Notevoli anche la lastra raffigurante la Crocefissione, realizzata, nel 1475 circa, da uno scultore lombardo vicino a Giovanni Antonio Amadeo e la piccola scultura rappresentante la Madonna con il Bambino, datata alla fine del XIV secolo e attribuita a Cristoforo Solari.

Nella sala attigua sono conservati, inoltre, affreschi staccati dal Chiostro Grande del monastero, opera di Bernardino de’ Rossi e del Bergognone.

Rosanina Invernizzi, Direttore del Museo della Certosa di Pavia



Immagini su concessione del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo – Polo Museale della Lombardia.



Come raggiungere il museo


Museo della Certosa di Pavia

Viale Monumento 4

27012 Certosa di Pavia (PV)

Tel. 0382 924990

Sito web:

http://www.museo.certosadipavia.beniculturali.it

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