Vecchia cascina, già da alcuni anni abbandonata. Una storia antica, ambienti rurali cresciuti nel corso del tempo attorno ad un edificio religioso. L’atmosfera è vagamente inquietante. Una storia “italiana”. Un gioiello d’arte e di storia che potrebbe essere valorizzato come patrimonio comune, segno identitario, luogo di rilevanza nel territorio, diventa invece un immobile fatiscente in vendita….
Dall’interno è ben visibile la struttura romanica, mozzata, di un campanile (o torre di avvistamento).
Al piano superiore, quel che resta di una cappella.
Lo svanire dell’imbiancatura rivela la presenza di brandelli di affreschi rovinati, ma ancora leggibili: teste di santi con aureole, la raffigurazione di un’aquila (simbolo dell’evangelista Giovanni?), un elegante fregio vegetale.
Esperti interpellati attribuiscono gli affreschi al 9° – 12° secolo.
Di fatto, non sfigurano rispetto alle (rare) emergenze artistiche della stessa epoca presenti nel territorio e riportate sui libri di storia dell’arte: sicuramente meritano studi e approfondimenti.
Si riscopre un documento del 1592 (visita diocesana del vescovo Ninguarda) che ne accenna, riferendo di una situazione già compromessa, con abbondanti aggiunte rurali.
Di fronte all’apparente indifferenza dei proprietari, lo scopritore degli affreschi presenta richiesta di vincolo urgente alle strutture pubbliche preposte alla tutela delle testimonianze artistiche: nell’83, nel ’93, nel ’99. Nessun risultato…
Nel ’98 se ne occupa anche la stampa locale.
Poi la cascina viene venduta.
E’ imminente l’inizio dei lavori: demolizione pressoché totale e riedificazione come condominio con rimesse sotterranee per le macchine.
Visita del dicembre 2001: dopo 1000 anni di storia mani ignote hanno nel frattempo staccato gli affreschi, sottraendoli alla collettività.
Qualcosa ancora rimane, nella cascina sempre più in rovina.
Al pianterreno affiora un frammento affrescato del vestito di un santo.
Al primo piano, un’antica finestra (che ormai non guarda più verso l’esterno, ma verso un locale aggiunto) reca una fascia dipinta.
Nel 2003 gli affreschi strappati vengono recuperati.
A dicembre gli ambienti più pregevoli della cascina sono finalmente vincolati dalle Belle Arti.
Gli affreschi, opportunamente restaurati, sono visibili dal dicembre 2013 presso la sede del Parco del torrente Lura, a Caslino al Piano (frazione di Cadorago, Como).
Ed ora la cascina è di nuovo in vendita: su Internet un annuncio vanta la sua lunga storia…
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