LA COLLEZIONE PILONI, CAGLIARI

La Collezione Piloni è stata donata all’Università di Cagliari nel 1980 da Luigi Piloni, originario di Serdiana, funzionario del Ministero dei Lavori Pubblici, studioso e appassionato d’arte e di storia della sua terra d’origine. Il lascito consta di circa novecento opere, tutte esposte a Cagliari negli spazi dell’ex Seminario Tridentino, il palazzo settecentesco progettato dell’architetto militare piemontese Saverio Belgrano di Famolasco.

Il Museo è attualmente visitabile solo su prenotazione inviando una e-mail all’Università (gpili@amm.unica.it ). Molto spesso la Collezione è sede di conferenze ed eventi di valorizzazione e promozione, promossi dall’Università, che coinvolgono la partecipazione degli studenti.

Inaugurata nel 1984, l’esposizione si articola in sette sale all’interno delle quali le opere sono distribuite per grandi nuclei, seguendo un ordine cronologico. Un primo nucleo comprende la consistente raccolta di dipinti, importante testimonianza del percorso della storia delle arti visive in Sardegna dal Cinquecento al tardo Novecento. Un secondo nucleo è costituito dalla raccolta di gioielli della tradizione locale e da una preziosa collezione di tessuti e tappeti databili tra il Settecento e il Novecento. Infine, il terzo e più importante nucleo comprende la consistente raccolta di oltre 140 carte geografiche per la maggior parte relative alla rappresentazione della Sardegna, un corpus prezioso, per la storia della cartografia isolana.

Le opere di arte sacra presenti nella Collezione appartengono all’età moderna: si tratta di due dipinti su tavola, quattro su tela e una decina di stampe. I due oli su tavola raffigurano Santa Chiara e la Sepoltura di Cristo e sono parti smembrate di due retabli, termine con il quale ci si riferisce alle grandi pale d’altare in legno intagliato, un tempo disposte sulla parete retrostante la mensa d’altare (retro tabula). L’autore della Sepoltura di Cristo è Antioco Mainas (doc. 1537-1570), esponente della scuola cagliaritana di Stampace e la tavola è quanto resta del Retablo dei Consiglieri di Oristano, commissionato nel 1564.

Nella concitata ed emozionante scena, in cui oltre al Cristo deposto e alla Madonna compaiono Nicodemo e Giuseppe d’Arimatea, Mainas dimostra un particolare interesse per la costruzione spaziale, esplicitato nel taglio orizzontale della composizione e nell’ardita posa della Vergine che con le braccia completamente aperte si protende in avanti inarcando impetuosamente la schiena per l’ultimo drammatico saluto al Figlio morto. Un cospicuo nucleo di opere di soggetto sacro è rappresentato dalle incisioni raffiguranti i santi della devozione locale: Madonna di Bonaria, Madonna di Valverde, Sant’Efisio, Sant’Antioco, Santi Gavino, Proto e Gianuario, Santa Greca, Santa Restituta, per citarne soltanto alcuni. Le numerose stampe sono state realizzate in occasione di ricorrenze religiose, proclamazioni di indulgenze, fatti miracolosi, talvolta inserite a corredo di libri di catechismo, agiografici e raccolte di gosos, talvolta distribuite in fogli sciolti. A un santo “moderno” è invece dedicato il bulino Beato Salvatore da Orta Converso della Regolare Osservanza, attribuito a uno dei principali pittori del Settecento sardo, Sebastiano Scaleta (doc. 1731-1762).

Rita Pamela Ladogana, Responsabile scientifico della Collezione Piloni e ricercatrice in

Storia dell’arte contemporanea (Università degli Studi di Cagliari)





Come raggiungere il museo

 

 

Ingresso Collezione Piloni, via Università, 32, Cagliari
Collezione d’arte sarda “Luigi Piloni”
pian terreno del Palazzo dell’Università,
Via Università, 32, 09124 Cagliari CA


 

 

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