Restauro del contemporaneo

Aggiornamento, a cura di Archos Srl, della chiesa del Corpus Domini che è stata eretta a San Miniato (Siena) nel 1994: “Luogo di culto e di aggregazione, punto di riferimento per il quartiere, la chiesa non può non presentarsi come un’architettura legata al contesto urbanistico ma distinguendosi per la sua condizione di edificio di culto e luogo di riflessione”. Vista la peculiarità del tema e la delicatezza dell’intervento, presentiamo questo inconsueto progetto realizzato da Archos Srl di Edoardo Milesi.

Stato di fatto

Il complesso parrocchiale è stato costruito nel 1994 su progetto dell’Arch. Augusto Mazzini. La chiesa sorge nel quartiere residenziale di San Miniato a Siena. Il complesso si propone come una porta verso il nuovo quartiere di San Miniato. La chiesa, la sagrestia e la cappella feriale si trovano al primo livello, al piano inferiore è ricavata una grande cripta. L’impianto è basato su una maglia di 9×9 m, che all’interno della cripta si legge chiaramente nell’orditura dei quattro pilastri e nella composizione delle nove cupole ribassate. Nell’aula invece non esistono pilastri intermedi, ma solo posti perimetralmente. Su questi, staccati dalle pareti, si appoggiano le grandi travature reticolari in legno, 27 m di luce, che incidono lo spazio alludendo a tre navate. Al di sopra del presbiterio è presente un pozzo di luce. La torre campanaria e il nartece, in forma di baldacchino, sono distinti dal corpo della chiesa e disposti sulla piazza-sagrato. Spoglia di simboli, la chiesa affida all’essenziale campanile la segnalazione della propria presenza. La chiesa è attualmente inutilizzata per le funzioni liturgiche causa le condizioni di instabilità statica della copertura. Nel suo insieme inoltre presenta problematiche inerenti la funzione sacra e liturgica.

Il progetto 

L’intervento di riuso complessivo prevede il recupero delle funzioni liturgiche mediante:

– la demolizione/rimozione di elementi superflui e a volte incoerenti fra loro

– un migliore uso della luce naturale zenitale approfittando del rifacimento della copertura

– un nuovo sistema di illuminazione artificiale in grado di enfatizzare l’architettura del luogo sacro

– il complessivo ridisegno degli arredi e dell’impianto liturgico

– la previsione di idonea collocazione di opere d’arte in grado di armonizzare con i rapporti architettonici e dare riconoscibilità al “tempio”.

Luogo di culto e di aggregazione, punto di riferimento per il quartiere, la chiesa non può non presentarsi come un’architettura legata al contesto urbanistico ma distinguendosi per la sua condizione di edificio di culto e luogo di riflessione. La chiesa si presenta come un parallelepipedo dalla conformazione massiva e simbolica, percezione però limitata dalla presenza di elementi architettonici superflui e inutilizzati come il nartece antistante l’ingresso. Attraverso una semplificazione l’architettura ritrova la potenza spirituale della sua conformazione come volume elementare per ritrovare quella particolare emozione del sacro che può suscitare solo il silenzio della geometria, della pulizia delle linee e delle superfici. All’esterno della chiesa, sul frontone d’ingresso, il progetto prevede, contestualmente alla demolizione del nartece, la collocazione di un opera religiosa in bassorilievo in bronzo, posta sopra il primo marcapiano che dovrà essere sufficientemente narrativa ed evocativa affinché venga accentuata la percezione visiva della sacralità dell’intero volume architettonico. Poter vivere la fede anche attraverso la commozione suscitata dall’architettura diventa per la Chiesa del Corpus Domini necessità fondamentale recuperando quel percorso di fede che passa dal sagrato- piazza antistante l’ingresso, al confessionale interno, all’ambone fino al presbiterio. Fasci di luce guidano inesorabilmente questo percorso ascetico verso la croce che risulta il punto di fuga verso il quale guardare.

Per gli arredi una semplicità delle forme, delle linee e dei materiali risulta una scelta obbligata per dare enfasi e importanza al crocifisso ligneo presente che risulta il punto di fuga verso il quale guardare.

All’illuminazione naturale e artificiale è stato dedicato un attento studio illuminotecnico che fosse in grado, attraverso prese di luce solo zenitali di aumentare la verticalità del tempio. Così ai lucernari in copertura è affidato l’illuminamento diurno mentre la sorgente luminosa artificiale è collocata in tre fessure al centro di ciascuna navata mediante apparecchi a basso consumo in grado di spostare l’illuminamento al di sotto dell’intradosso delle travi reticolari dando vigore e una lettura più immediata della composizione in tre navate dell’aula liturgica.

Restauro della chiesa del Corpus Domini a San Miniato (Siena)

Progetto: Archos Srl (Albino, Bergamo) http://www.archos.it/

Luogo: San Miniato (Siena)

Anno: 2013

Cliente: Parrocchie San Miniato – Siena

Collaboratori: Damiano Cerami, Massimo Caola (Ingegnere), Davide Fagiani (per i render)

Consulenti: Telmotor Light Consulting (progetto illuminotecnico)

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