La tesi intitolata “Sulle orme di Celestino V: Progetto di tracciato sostenibile da Ortona a Vieste”, è stata discussa da Chiara Correra presso il Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi G. d’Annunzio di Chieti-Pescara, con relatore Prof. Massimo Angrilli (Urbanistica), e co-relatori la Prof.ssa Lucia Serafini (Restauro), il Presidente del Parco Maiella Prof. Lucio Zazzara e l’architetto Valentina Ciuffreda (PhD in Urbanistica). Frutto di una collaborazione con il Parco Nazionale della Maiella, oggi Geoparco Mondiale dell’UNESCO, il lavoro di tesi ipotizza un possibile tracciato per l’estensione futura dell’itinerario di Celestino V da L’Aquila a Ortona. Un tracciato che idealmente vuole ripercorrere l’itinerario di fuga del Papa Celestino V (Pietro Angelerio) mentre tentava di dirigersi verso le coste dalmate.
Il tema di sfondo è quello del ruolo dei beni culturali come fattori di sviluppo, attraverso il turismo culturale e della conoscenza, che coinvolge il territorio ed il capitale naturale, visti nel loro insieme come risorse potenziali e come deposito di valori simbolici, culturali e spirituali e di processi storici stratificati nel tempo.
L’itinerario è concepito non come una linea che connette tra loro punti distanti ma come un sistema territoriale a geometria variabile, che attiva diverse filiere economiche integrate quali agricoltura, artigianato, ospitalità, integrando fra loro specificità artistiche e architettoniche, della produzione eno-gastronomica e del paesaggio. Nel suo dispiegarsi lungo tre regioni (Abruzzo, Molise e Puglia), l’itinerario attraversa paesaggi tra loro molto diversi, quelli costieri e fluviali di Abruzzo e Molise e quelli boschivi del Gargano, ripercorrendo sentieri che per secoli sono stati teatro di eventi ricorrenti, come la transumanza sui tratturi, intercettando luoghi carichi di significato, come il sito dell’abbazia SS. Trinità di Monte Sacro, nel Gargano.
Qui il progetto di tesi si concentra sulla Cittadella monastica situata sul monte Sacro per il consolidamento e la valorizzazione dei ruderi, creando percorsi di visita sospesi all’interno della chiesa abbaziale e inserendo dei servizi di accoglienza e ospitalità dei viaggiatori nel volume del complesso abbaziale minore.
Prof. Arch. Massimo Angrilli
Abstract
“Sulle orme di Celestino V. Progetto di tracciato sostenibile da Ortona a Vieste”
Il tema di questa tesi è il progetto di un itinerario ciclo-pedonale per il turismo spirituale, che si offre al pellegrino/viaggiatore come alternativa lenta e sostenibile all’uso dell’automobile, per una immersione nei paesaggi montani e costieri delle regioni Abruzzo, Molise e Puglia. L’itinerario ripercorre le orme di Pietro Angelerio, più noto come Celestino V o come Papa del gran rifiuto, una figura storica intimamente legata ai luoghi attraversati dal percorso. Il tracciato si integra con l’esistente “Cammino Grande di Celestino V”, che collega L’Aquila a Ortona, istituito nel 2018, come parte della rete sentieristica del Parco Nazionale della Maiella, certificato dal Touring Club Italiano e incluso nel “Catalogo dei cammini religiosi italiani” del Ministero del Turismo e nella rete dei “cammini del Sud.”
La presenza di Pietro Angelerio ha rappresentato all’epoca un momento di riqualificazione del territorio, con l’afflusso dei suoi confratelli arrivarono nuovi abitanti e, con essi, il riuso di eremi e manufatti abbandonati. L’iniziativa del cammino intende rappresentare una strategia contemporanea che analogamente porti alla riqualificazione di aree in declino demografico o scarsamente attrattive, integrandole in una rete innovativa di gestione delle risorse territoriali.
Partendo dalla geografia spirituale della figura dell’eremita e a seguito di un’analisi sulle modalità con cui egli decise di raccogliersi in solitudine in alcuni eremi esistenti (come il Santo Spirito a Maiella) o in luoghi inospitali delle montagne abruzzesi, si è inteso ricondurre i futuri viaggiatori in quella particolare dimensione di connessione introspettiva con il contesto.
Il percorso, da Ortona a Vieste, ricalca il Tratturo Magno e la rete dei tratturi ad esso connessa, legandosi strettamente alla rete della transumanza, già citata nel I secolo a.C. da Marco Terenzio Varrone nel “De re rustica”.
A seguito di un’analisi approfondita dei territori interessati, si giunge a prefigurare un cammino di 452 km, suddiviso in 25 tappe complessive (incluse le varianti) per un totale di 15 giorni di percorrenza a piedi e 6 in bicicletta. Le tappe, come sopra ricordato, si distribuiscono lungo il tracciato del Tratturo Magno (452 km da L’Aquila a Foggia) fino a Monte Sant’Angelo, per poi ricongiungersi con la rete sentieristica del Parco Nazionale del Gargano, all’interno della Foresta Umbra. Da Apricena (FG), invece, si può scegliere se proseguire verso il Lago di Varano, per entrare così nell’area naturalistica lacuale e raggiungere Rodi Garganico, da cui il percorso si dirama sia via terra – percorrendo la rete sentieristica tematica del Gal Gargano (sentieri gastronomici, sportivi, di riscoperta delle torri costiere, etc) – sia via mare. L’inserimento della variante “marittima” risponde alla volontà di ripercorrere il percorso di fuga del deposto pontefice, e anche alla necessità di garantire l’esplorazione del territorio in diverse stagioni, offrendo così un’esperienza completa e differenziata.
Il tracciato disegnato attraversa i parchi nazionali della Maiella e del Gargano, il parco regionale della Costa Teatina (in fase di costituzione), diverse aree SIC e ZPS (Rete Natura 2000), e due siti UNESCO (Foresta Umbra e Monte Sant’Angelo), creando una connessione ed una sinergia con altri cammini, come la Via Micaelica e la Via Francigena del Sud, già presenti nell’Atlante dei Cammini Italiani.
È fondamentale considerare il cammino non come semplice collegamento tra destinazioni, ma come un’esperienza di attraversamento dei luoghi, alla scoperta di una moltitudine di paesaggi e dei loro contrasti. Partendo dalla montagna della Maiella, con gli eremi incastonati nei suoi versanti, il percorso prosegue lungo la costa dei trabocchi, attraversa l’entroterra molisano, raggiunge il pianoro pugliese e infine arriva al Monte Sacro e alla Foresta Umbra. Attraverso la rete sentieristica si rendono nuovamente fruibili parti di territorio attualmente dismesso o in corso di abbandono, e si valorizzano i contesti secondo la loro intrinseca spiritualità, rispettandone il valore e l’identità paesaggistica.
A seguito delle analisi svolte sono emerse alcune criticità, tra le quali spicca una scarsa presenza di servizi (in alcune zone nulla); la sicurezza non sempre garantita; l’assenza di forme di accoglienza per i pellegrini (ostelli a prezzi contenuti e progettati appositamente per i fruitori del cammino). Tutto ciò anche in considerazione della preesistenza di una rete di accoglienza (ostelli e B&B) che fa capo al Cammino della Pace e alla Via Francigena.
Dopo la definizione del tracciato è stato istituito un abaco di manufatti, finalizzati a rispondere alle esigenze dei viaggiatori e da contestualizzare in funzione dell’intervento in funzione delle seguenti tre macrocategorie:
- Valorizzazione del Patrimonio Culturale: L’analisi dei punti di interesse lungo il cammino di Celestino V, da Ortona a Vieste, ha evidenziato la necessità di valorizzare prioritariamente alcuni di questi luoghi. La strategia proposta ha previsto l’implementazione di percorsi costituiti da pavimentazioni e passerelle sospese, che conducono i camminatori ai monumenti, accompagnandoli con un’illuminazione discreta e puntuale a pavimento, che esalta al contempo la presenza dei beni culturali.
- Fruizione Sicura: Il cammino attraversa contesti differenziati tra loro in termini di biodiversità e paesaggi. Tra questi vi sono anche zone fluviali, che spesso non offrono adeguate infrastrutture per l’attraversamento di pedoni e ciclisti. Il progetto ha quindi previsto l’inserimento di ponti di attraversamento con doppia corsia pedonale e ciclabile, progettati per superare il corso fluviale e garantire la continuità del cammino anche in caso di piena.
- Creazione di Aree Meditative: Il tema della meditazione rappresenta il filo conduttore tra tutte le tappe del percorso. Il cammino di fuga intrapreso dall’eremita Celestino V per sfuggire alla prigionia e alle pressioni di Bonifacio VIII è simbolico e spirituale. È quindi essenziale garantire spazi di meditazione lungo il percorso, per permettere ai pellegrini di riscoprire la sensazione di pace e ricongiungimento interiore, rivivendo lo spirito che ha spinto Celestino V a intraprendere il suo viaggio.
L’Abbazia di Monte Sacro rappresenta un caso emblematico della strategia di valorizzazione del patrimonio culturale in disuso. Le mura dell’abbazia raccontano secoli di storia e custodiscono valori religiosi e culturali di rilevanza regionale. La strategia d’intervento muove considerando l‘intero sito come un “museo a cielo aperto”, anche per garantirne una fruizione sostenibile e sicura, e conduce il visitatore, tramite passerelle in acciaio COR-TEN, alla riscoperta dei nodi nevralgici della storia, diramandosi in sentieri secondari e aprendo zone di sosta adatte alle esigenze del visitatore.
L’Abbazia, situata su un’altura non accessibile con l’automobile, richiede l’implementazione di servizi di accoglienza e spazi adeguati a consentire la visita archeologica e la meditazione solitaria. Si è proposto pertanto la creazione di posti letto, servizi igienici e di prima necessità, oltre uno spazio collettivo coperto, che garantisca la fruizione dell’area in tutte le stagioni. Questi servizi sono stati collocati nel lamione, situato a circa 100 metri dall’abbazia e antistante l’antica cappella di San Michele.
L’inserimento delle nuove funzioni ha osservato un approccio “a scatole cinesi”, creando una διάστασις (separazione in greco) ben definita tra il nuovo intervento e le mura storiche. La strategia adottata mira a integrare il nuovo nell’antico, rispettandone l’importanza e i valori storici.
Ripercorrere le tracce della storia è uno degli aspetti più affascinanti per il pellegrino. Sapere che un percorso, fatto di pietra e terra, è stato testimone, secoli addietro, delle vicende umane di persone come Pietro Angelerio, ci consente di riflettere sull’importanza per noi e per gli altri di ogni passo compiuto. Il cammino di quell’uomo, in fuga dalla giustizia Vaticana, porta con sé gli ideali che lo spinsero fino al Gargano, per poi imbarcarsi verso la Terra Santa. Il desiderio di ritornare alla solitudine e alla condizione di eremita, distratto solo dai suoni di una natura incontaminata, e il bisogno intimo di riconnettersi con una dimensione del mondo dove i problemi quotidiani non arrivano, sono alcuni dei principi che spinsero Celestino V ad abbandonare la sede papale e riprendere il cammino.
Il progetto ha inteso riproporre questa spiritualità, contestualizzandola all’oggi e proiettandola al futuro, anche in vista del Giubileo 2025, con un obiettivo che si può riassumere usando le parole di Bernardo Secchi: “educazione allo sguardo”. Una educazione che inizia accompagnando con cura ogni passo del camminatore, lungo un percorso che attraversa due parchi nazionali, alla scoperta delle loro meraviglie paesaggistiche, di borghi e di beni storici e culturali che attendono solo di essere valorizzati, con le loro tradizioni e storie a loro modo uniche, in un viaggio che ripercorre le antiche vie della transumanza per giungere, infine, al mare.
Chiara Correra
Università degli studi “G. D’Annunzio” Chieti- Pescara
Dipartimento di Architettura
Corso di Laurea Magistrale in Architettura a Ciclo Unico
Tesi di laurea in Urbanistica
Ambito: Progettazione urbanistica e pianificazione
Relatore: prof. Massimo Angrilli
Correlatori: prof. Lucio Zazzara, prof. Lucia Serafini, arch. Valentina Ciuffreda
Tesi di Laurea di Chiara Correra