TIMOTHY VERDON, LE CATTEDRALI E L’IDENTITA’ EUROPEA
Pubblichiamo la relazione tenuta da mons. Timothy Verdon al seminario di apertura sul Laboratorio Adeguamento Cattedrali tenutosi a Milano. Le cattedrali e l’identità europea Timothy Verdon 29 marzo 2019 Al cuore di ogni città europea di qualche importanza, vi è una cattedrale, segno della presenza – in un arco di secoli più o meno lungo – di una comunità cristiana operosa. Tipicamente grande, questa struttura s’impone sulla coscienza del cittadino come del turista, costituendosi un tratto significativo della fisionomia del luogo. Depositaria d’innumerevoli cimeli del passato, invita a cogliere l’identità storica degli abitanti del posto, e a collegarla allo slancio creativo ingenerato dalla fede; la bellezza dell’edificio e dell’arte che l’arricchisce infatti fornisce una chiave di lettura della vita interiore di coloro che l’hanno voluta, costruita e mantenuta, cifra sicura dei valori collettivi che da due millenni plasmano l’esperienza spirituale d’Europa. Il primo di questi ‘valori’ è religioso: quello di un rapporto privilegiato con Dio. Le cattedrali sono emblematiche di questo rapporto: sono chiese ossia case di preghiera per un popolo che si crede convocato da Dio. Sono chiese speciali, poi, normalmente più grandi e belle di altre perché – come il biblico tempio di Gerusalemme – accolgono la vita non dei soli abitanti del posto ma di tutti coloro che Dio chiama; ogni cattedrale infatti simboleggia l’universalità della vocazione cristiana e merita il nome che la Bibbia attribuisce all’antico tempio ebraico: “una casa di preghiera per tutti i popoli” (Is56,7). Proprio questa frase verrà citata da Gesù quando, prima della sua passione, Egli libera il tempio di Gerusalemme da venditori e cambiavalute, dicendo: “Non sta forse scritto: ‘La mia casa sarà chiamata casa di preghiera per tutte le genti’? Voi invece ne avete fatto una spelonca di ladri! (Mc11,17; cfr. Mt21,12-13; Lc19,46). Ogni cattedrale simboleggia cioè l’universalità di un rapporto con Dio purificato da Cristo, e si offre come quel ‘luogo’ di cui Egli parlava alla Samaritana, dove “i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; perché il Padre cerca tali adoratori” (Gv4, 23). Le cattedrali sono case di preghiera per coloro che, rispondendo a Dio, si lasciano trasformare in veri adoratori; sono segni permanenti di un rapporto dinamico, che trasforma l’uomo nei suoi rapporti con altri uomini, anzi con ‘tutti i popoli’. All’interno di questi edifici vi è poi un altro segno, che spiega pienamente il senso del termine ‘cattedrale’: la cattedra o sedia del vescovo, spesso realizzata in materiali nobili e forme monumentali. Ciò che distingue una cattedrale da altre chiese è infatti la presenza di questa sedia del ministro ecclesiastico considerato un successore degli apostoli inviati da Cristo a tutte le nazioni, l’episcopus o vescovo. L’universalità della cattedrale dipende, in effetti, dall’universalità della missione affidata da Cristo ai suoi apostoli dopo la Risurrezione, quando disse loro: “Andate dunque ed ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato” (Mt28,19- 20). In pratica, la cattedra posta in prossimità all’altare esplicita le funzioni assegnate in quell’occasione da Cristo, di ammaestrare e santificare tutte le nazioni. Il magistero dei vescovi al servizio della santificazione di successive generazioni, nei luoghi dove sorgono cattedre e cattedrali, è poi un elemento costitutivo della promessa trasformazione dei credenti in veri adoratori del Padre. Insieme all’insegnamento e alla santificazione dei popoli loro affidati, i vescovi hanno una terza funzione, pure questa comunicata dalla cattedra e dall’associata struttura architettonica: quella di governare ‘in persona Christi’. Il comando di ammaestrare e battezzare tutte le nazioni, nell’appena citato brano del Vangelo, viene infatti introdotto e completato da frasi che riguardano l’eccelsa autorità del Salvatore perdurante nei suoi inviati. “Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra”, dice; e poi: “Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Mt28,18 e 20b). La frequente presentazione della cattedra come trono e della cattedrale come aula regia (‘basilica’) derivano da quest’ultima funzione, in cui sono effettivamente compendiate le altre due, perché l’obbedienza dei fedeli ai loro vescovi già implica l’acquisizione di una sapienza che santifica, secondo un principio enunciato da Cristo. Parlando agli apostoli, Egli disse: “Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie Colui che mi ha mandato” (Mt10,40); e in un’altra occasione: “Chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi disprezza me. E chi disprezza me disprezza Colui che mi ha mandato” (Lc 10,16). Dagli inizi del cristianesimo, questo principio di obbedienza è stato riconosciuto come fondamentale alla comunione ecclesiale. Uno scrittore del II secolo, sant’Ignazio d’Antiochia, afferma che “Gesù Cristo, nostra vita inseparabile, opera secondo la volontà del Padre, come i vescovi, costituiti in tutti i luoghi sino ai confini della terra, agiscono secondo la volontà di Gesù Cristo”. A questa frase il santo fa seguire poi l’appassionato invito “di operare in perfetta armonia con il volere del vostro vescovo”, notando che il clero della comunità destinataria del suo testo era già “così armonicamente unito al vescovo, come le corde di una cetra; in tal modo, nell’accordo dei vostri sentimenti e nella perfetta armonia del vostro amore fraterno, s’innalzerà un concerto di lodi a Gesù Cristo”. 1 Nella logica di questo sistema spirituale, è facile comprendere i segni materiali che c’interessano. La cattedra in prossimità all’altare simboleggia l’armonica unità dei fedeli con il loro vescovo, del vescovo con Cristo e di Cristo con il Padre; e l’edificio che ospita la cattedra e l’altare a sua volta magnificano il simbolo. Come afferma un moderno padre della Chiesa, Paolo VI: “La cattedrale è di Cristo, a Cristo ogni cattedrale appartiene. Per Lui si è innalzata una cattedra, sulla quale il suo apostolo, in sua vece, parlerà; per Lui un trono, sul quale chi tiene il suo posto siederà; per Lui un altare, dal quale chi lo rivive farà salire al Padre il suo stesso sacrificio; per Lui è qui riunita la Ecclesia, il popolo col suo vescovo, ed a Lui innalza il suo inno di gloria e la sua gemente preghiera; … Leggi tutto TIMOTHY VERDON, LE CATTEDRALI E L’IDENTITA’ EUROPEA
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