HUMAN, SEAN SCULLY | ABBAZIA DI SAN GIORGIO MAGGIORE, VENEZIA

Human, Sean Scully 

Curato da Javier Molins

Una nuova raccolta di sculture e dipinti su larga scala, in collaborazione con l’Abbazia di San Giorgio Maggiore

Abbazia di San Giorgio Maggiore, Venezia

8 maggio – 13 ottobre 2019

 

“Il mio lavoro è un tentativo di liberare lo spirito” – Sean Scully

Sean Scully presenta Human: una mostra di oltre quaranta lavori recenti e opere inedite presso la Basilica di San Giorgio Maggiore, a Venezia. Nell’ambito delle attività culturali della Benedicti Claustra onlus, i monaci benedettini promuovono il dialogo tra la Chiesa e gli artisti contemporanei.

Il celebre artista di origini irlandesi, esponente dell’astrattismo, ha realizzato una nuova serie di sculture, dipinti, vetrate e opere su carta ispirate all’Abbazia di San Giorgio Maggiore, alle sue vaste collezioni di manoscritti miniati e alla chiesa benedettina del XVI secolo. Il linguaggio visivo di Scully – immediatamente riconoscibile con le sue strisce verticali e orizzontali, frutto di un perfezionamento continuo che dura da cinquant’anni – trasformerà ogni angolo della chiesa, un edificio dell’Alto Rinascimento progettato quattro secoli fa dallo storico architetto Andrea Palladio.

Stimolato da questo luogo di culto e contemplazione, Scully ha realizzato un nuovo importante lavoro: a ispirarlo è stata la vasta collezione di manoscritti miniati medievali custoditi nella basilica, che l’artista ha avuto modo di studiare e osservare a lungo.  Negli ultimi otto mesi, ha lavorato assiduamente a un suo manoscritto, composto da pagine realizzate a mano: il risultato sono testi scritti di suo pugno, ai quali si affiancano dipinti e disegni estremamente dettagliati. L’opera Illuminated Manuscript  è esposta sul badalone del coro maggiore, dietro l’altare, dove i monaci ogni giorno si riuniscono in preghiera.

Sotto alla cupola centrale è collocata Opulent Ascension, una nuova scultura dall’altezza sbalorditiva. Realizzata con telai impilati, ciascuno dei quali avvolto in strati di feltro dai toni intensi e variegati, la scultura si erge per dieci metri come un’intricata scala di Giacobbe, guidando l’occhio e lo spirito verso l’oculo e oltre, fino al Paradiso. Configurandosi come l’opera più alta in assoluto nella carriera di Scully, Opulent Ascension rappresenta un principio cardine per l’artista: la convinzione che il suo lavoro possa fungere da trait d’union tra il mondo fisico (quello che possiamo vedere) e il mondo trascendente (quello al quale aspira l’anima). Nel 2009, Scully scrisse: “Voglio mettere in scena il viaggio dalla dimensione spirituale a quella fisica, e viceversa”.

Nei giardini dell’abbazia e negli edifici adiacenti i visitatori scopriranno una serie di opere entusiasmanti che rispecchiano la visione unica e stimolante dell’artista: dai trittici pittorici ai “paesaggi dell’anima”, fino a una sala dedicata alle sillabe morbide dei suoi sublimi pastelli su carta.

I dipinti della serie Landline – opera recente, ma già acclamatissima – decorano lo spazio al piano terreno della famosa e nota “Manica Lunga” che i monaci hanno ribattezzato “Officina dell’Arte Spirituale”, all’interno di questo suggestivo spazio le opere invitano i visitatori a scavare nel loro io più profondo. In mezzo a queste opere prevalentemente astratte, assumono particolare rilevanza i tre ritratti della nuova serie intitolata Madonna. Si tratta di un trittico pionieristico, nato da un impulso irresistibile per Scully: tornare all’arte figurativa dopo essersene allontanato cinquant’anni fa. Un’ulteriore prova del carattere eterogeneo di questa mostra, destinata a lasciare un segno indelebile.

Prima di uscire, i visitatori si imbattono in Arles-Abend-Vincent 2, trittico intenso e radioso i cui pannelli pulsano di blu crepuscolari, ori bizantini, rossi scuri e neri lucenti. Qui l’interpretazione è duplice: il titolo e la sfrontata tavolozza alludono al carattere introspettivo di Vincent Van Gogh, figura importantissima per Scully, mentre l’imitazione del trittico – struttura religiosa per antonomasia – e la sua esposizione all’interno di San Giorgio simboleggiano il potere della reinterpretazione. È difficile non vedere nel dipinto (nella sua veste singola e triplice) un riverbero del misterioso calcolo alla base della Santissima Trinità.

Human coincide con una serie di eventi importanti dedicati al lavoro di Scully, in varie parti del mondo: tra questi spiccano le mostre presso l’Albertina di Vienna, il Wadsworth Atheneum nel Connecticut (USA), la National Gallery di Londra e l’LWL di Münster.

La mostra è curata da Javier Molins. Tutte le opere esposte verranno raccolte in un catalogo illustrato.



human-venice.com

@seanscullystudio #seanscullyvenice @keweniggalerie @blainsouthern

Contatto per la stampa: Amanda Mead

Brunswick Arts    +44 (0)20 7936 1290 / seanscully@brunswickgroup.com

 

Breve biografia dell’artista e del curatore

Nato a Dublino nel 1945, Sean Scully è cresciuto a Londra, per poi trasferirsi negli Stati Uniti all’età di trent’anni. Attualmente vive e lavora tra New York e la periferia di Monaco. Dopo gli studi pittorici presso il Croydon College of Art (Londra) e la Newcastle University (Inghilterra), è approdato ad Harvard e al Guggenheim grazie a due borse di studio, vinte rispettivamente nel 1973 e nel 1983. Sia il Massachusetts College of Art (Boston) sia la National University of Ireland (Dublino) gli hanno conferito la laurea ad honorem in Belle Arti. È stato candidato al Turner Prize della Tate Gallery per due volte, nel 1989 e nel 1993.

Javier Molins ha conseguito il dottorato in Belle Arti presso il Politecnico di Valencia e la laurea in Giornalismo presso l’Università Autonoma di Barcellona. Dopo un passato come Direttore della Galleria Marlborough di Madrid e Responsabile Comunicazioni e Sviluppo presso l’IVAM di Valencia, oggi Molins organizza mostre dedicate ad artisti quali Pablo Picasso, Sean Scully, Valerio Adami, Equipo Crónica, Antonio Saura, Eduardo Chillida, Anthony Caro e Bill Thompson, svolgendo parallelamente l’attività di giornalista d’arte.

 

Basilica di San Giorgio Maggiore

La comunità monastica di San Giorgio è stata fondata nel 982 d.C., quando il doge Tribuno Memmo donò l’isola al monaco benedettino Giovanni Morosini affinché vi edificasse un monastero dedicato al santo. Nel 1565, i monaci benedettini commissionarono al famoso architetto Andrea Palladio il modello per una nuova chiesa. Sebbene il progetto fosse ancora incompleto alla morte dell’architetto (1580), il corpo principale venne ultimato già nel 1575. I lavori terminarono ufficialmente nel 1610, a trent’anni dalla morte del Palladio. L’interno della chiesa è impreziosito da splendide sculture e imponenti capolavori a firma di alcuni degli artisti più rinomati dell’epoca: Jacopo e Leandro da Bassano, Sebastiano Ricci, Jacopo e Domenico Tintoretto, Girolamo Campagna. La chiesa di San Giorgio Maggiore divenne basilica a seguito delle pressioni di Giuseppe Sarto, patriarca di Venezia e futuro Papa Pio X, nell’ambito dei festeggiamenti per i cent’anni dall’elezione di Papa Pio VII.

Abbazia di San Giorgio Maggiore – Benedicti Claustra Onlus

L’organizzazione non-profit Benedicti Claustra Onlus nasce dallo spirito d’intraprendenza e dalla ferrea volontà dei monaci benedettini, decisi a promuovere e sostenere progetti per la conservazione e lo sviluppo dell’arte e della ricerca artistica, da sempre canali privilegiati per l’evangelizzazione e la crescita di un autentico umanesimo. Benedicti Claustra Onlus svolge attività di utilità sociale che implicano la pianificazione e l’organizzazione di eventi culturali (ad esempio mostre, anche sotto forma di partenariato), nonché la tutela, la promozione e la valorizzazione del patrimonio storico e artistico, con particolare riferimento all’Abbazia di San Giorgio Maggiore in Venezia e all’Abbazia di Praglia nel comune di Teolo (PD). A tale scopo, il pianterreno della Manica Lunga è stato parzialmente adibito a spazio espositivo, con il titolo di “Officina dell’Arte Spirituale” (cfr. RB 4,78). L’obiettivo finale è quello di incoraggiare il confronto umano/culturale e lo scambio di idee tra la comunità monastica, gli artisti e i visitatori.

La mostra è organizzata dalla galleria KEWENIG di Berlino in collaborazione con la Benedecti Claustra onlus e con il supporto di KEWENIG e della galleria Blain|Southern di Londra.

 

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