Un architetto razionalista della seconda generazione Vittorio Gandolfi e la Galleria Alberoni

60° Anniversario della Galleria Alberoni

Un architetto razionalista della seconda generazione Vittorio Gandolfi e la Galleria Alberoni

Giornata di studi Galleria Alberoni-Venerdì 9 maggio 2025

 

 

Venerdì 9 maggio 2025, nella suggestiva Sala degli Arazzi della Galleria Alberoni, va in scena una giornata di studi dedicata Vittorio Gandolfi uno dei più significativi esponenti dell’architettura razionalista della seconda generazione, architetto che ideò, progettò e realizzò la Galleria Alberoni stessa, edificio e casa per l’arte tra le più interessanti della città di Piacenza, professionista sempre presente ai grandi appuntamenti della Milano del dopoguerra fino agli anni Sessanta, ma anche protagonista di significativi interventi architettonici a Piacenza e nel resto d’Italia.

L’evento è promosso, a chiusura delle celebrazioni per il 60° anniversario dell’apertura della Galleria (1964-2024), da Opera Pia Alberoni, Ordine degli Architetti pianificatori paesaggisti e conservatori della provincia di Piacenza e Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Parma e Piacenza.
Con il patrocinio di Comune di Piacenza, Provincia di Piacenza, Politecnico di Milano, Diocesi di Piacenza e Bobbio.

La Giornata di studi è a cura di Filippo Armani, Marcella Fariselli, Umberto Fornasari, Silvia e Grazia Gandolfi, Claudia Marchionni, Loredana Mazzocchi.
Aperta a tutti gli interessati e a ingresso gratuito, articolata in una sessione mattutina e in una pomeridiana, intende presentare le diverse sfaccettature dell’ampia produzione dell’architetto, inquadrandone lo stile e la personalità, dando così vita a Piacenza, a una delle prime occasioni di studio a lui dedicata.

Nella pausa pranzo tra le due sessioni sarà offerto a tutti i partecipanti un buffet nei giardini della Galleria e si terranno le visite guidate al Collegio Alberoni, quest’ultime ripetute al termine della sessione pomeridiana.

La giornata di studi è accreditata, in virtù della sua rilevanza culturale, dall’Ordine degli Architetti di Piacenza: iscrizione gratuita al link https://portaleservizi.cnappc.it.
Sessione mattutina 4 CFP – Sessione pomeridiana 3 CFP.

 

 

Vittorio Gandolfi, un architetto protagonista a Piacenza e in Italia
Vittorio Gandolfi (1919-1999) è stato protagonista dell’architettura piacentina negli anni ‘50-‘70 del secolo scorso, con progetti e realizzazioni che segnano ancora oggi, in modo determinante, la fisionomia della città. A lui vanno ricondotte infatti, tra le altre opere, il Polo scolastico Raineri Marcora, l’ampliamento dell’Istituto Tecnico Industriale, il reparto di degenza neuropsichiatrica detto Villa Speranza, la Caserma dei Vigili del Fuoco in viale Dante, la Casa di riposo del clero e l’adiacente Chiesa dell’Immacolata di Lourdes sul pubblico Passeggio e, con altri architetti, il quartiere Ina-Casa. Da segnalare anche il radicale ampliamento del Cinema Politeama, trasformato da Gandolfi da tipico vecchio teatro in una grande sala capace di 2.000 posti, senza spostamento di nessun muro perimetrale ad eccezione dell’atrio e scalone di disimpegno alla balconata.

Non meno significativa è la sua opera nel resto d’Italia, a partire dalle realizzazioni a Salsomaggiore, Parma, e, attraversando l’Italia, a Rieti, Brindisi, Bologna, Cremona, Trieste e in numerose altre località nelle quali ha realizzato opere pubbliche, edilizia residenziale, architetture religiose con uno stile nel quale si riconosce, come disse Pietro Portaluppi, lindore e semplicità guidati da un gusto acutamente raffinato nell’orientamento estetico, nello scomparto compositivo, nella trovata tecnologica, nella delicata cromia.
Nella sola città di Milano possiamo citare il cosiddetto Pirellino, la chiesa di San Francesco di Sales, quella dell’idroscalo, la partecipazione alla progettazione del quartiere triennale ottava QT8, le case Incis, Metanopoli, per giungere infine agli importanti interventi per i principali aeroporti italiani: Malpensa, Linate e Fiumicino.
Un’attività intensa e di grande qualità che gli valse l’apprezzamento esplicito di Le Corbusier (la dedica del grande architetto è riportata nella locandina della giornata di studi), di Piero Portaluppi del quale fu assistente prima di divenire professore al Politecnico di Milano e poi all’Università di Genova, di Lucio Fontana che si unì a Gandolfi nel concorso per il Santuario della Madonna delle lacrime, dando vita a un progetto di particolare bellezza e originalità.

La Giornata di studi, che si terrà all’interno di una affascinante architettura di Gandolfi, è pertanto un’occasione da non perdere per conoscere un importante architetto e, con lui, il clima culturale e l’idea del costruire tipica degli anni nei quali fu protagonista.

Le icone della giornata di studi
La dedica di Le Corbusier e la veduta della Galleria Alberoni, realizzata da Gandolfi a china su lucido.
L’elevata qualità della mano di artista di Vittorio Gandolfi si rivela in numerosi schizzi, e nella cura raffinata dei dettagli delle sue tavole progettuali, ma emerge in tutta la sua forza nella raffigurazione della Galleria Alberoni e dei suoi giardini, realizzata dall’architetto a china su lucido, con una resa emozionante degna di un acquerello su tela. L’immagine ha ispirato la locandina della giornata di studi.

“Vous faites de sì jolies choses”
Dopo l’incontro con Gandolfi, nel 1948 a Parigi, Le Corbusier, quale segno di apprezzamento per il lavoro del giovane architetto italiano, volle fargli una dedica: uno schizzo rapido del suo celebre modulor e alcune parole in segno di apprezzamento: Provate dunque il modulor per voi. Voi fate delle così belle cose! Cordialmente. Le Corbusier
La dedica, vero e proprio “marchio di qualità”, è anch’essa riprodotta nella locandina della Giornata di studi.

Il programma della giornata di studi

Particolarmente ricco e denso è il programma della giornata di studi.
Ai saluti delle autorità programmati per le ore 10 seguirà la prima sessione dei lavori moderata da Loredana Mazzocchi, presidente dell’Ordine degli Architetti di Piacenza. L’intervento di apertura è stato affidato all’architetto Benito Dodi, vera e propria memoria storica dell’architettura e dell’urbanistica a Piacenza, che effettuerà una panoramica dell’ampia opera dell’architetto Gandolfi a Piacenza.

Seguirà il contributo dell’architetto Daniele Fanzini, docente di Tecnologia di Architettura presso il Dipartimento ABC (Architettura, ingegneria delle Costruzioni e ambiente costruito) del Politecnico di Milano, che affronterà il tema dell’abitare civile secondo Vittorio Gandolfi, approfondendo una delle dimensioni più significative della sua opera: quella dedicata alla casa, al quartiere, alla città in trasformazione.

L’architetto Filippo Armani, studioso di architettura sacra, effettuerà invece una esplorazione nell’architettura religiosa di Vittorio Gandolfi che ha visto l’architetto realizzare importanti progetti in tutta Italia e che ha indotto il suo maestro Portaluppi a definire il suo stile: sempre attuale, aggiornato, funzionale e polemico. Gandolfi è inoltre stato protagonista delle attività e del dibattito sulla costruzione di nuove chiese promosso a Milano dal cardinale Montini e a Bologna dal cardinale Lercaro.

Con l’architetto Michele Ugolini, docente in Architettura degli Interni al Politecnico di Milano, si tornerà alle origini dell’attività di Gandolfi e al periodo giovanile con la presentazione degli otto progetti di piccole case e dell’idea di Gandolfi di un abitare leggero che propone un punto di vista differente, slegato da specifiche committenze e affrancato da necessità economiche e costruttive reali, ma che invece volge lo sguardo verso un abitare temporaneo, comunitario e quasi monacale, votato all’isolamento e al “ritiro spirituale”, che non si sviluppa per grandi piani, ma che sonda ipotesi di vita svincolata dalla città, possibili rifugi esistenziali.

Chiude la sessione mattutina l’architetto Marcella Fariselli, progettista del restyling della Casa di riposo del clero sul Pubblico Passeggio di Piacenza, che rileggerà stile e linguaggio di Gandolfi alla luce dell’intervento di restauro da lei condotto alcuni anni fa
su di un edificio senza tempo, che è stato possibile adeguare alle odierne esigenze, senza apportare modifiche sostanziali agli elementi principali che, ormai, fanno parte dello Sky-line della città di Piacenza e rappresentano l’identità del progettista.

Seguirà il buffet nei giardini della Galleria Alberoni, e la prima sessione di visite guidate al Collegio Alberoni.

La sessione pomeridiana, moderata Maria Luisa Laddago, Soprintendente Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Parma e Piacenza, sarà aperta dall’intervento testimonianza dell’architetto Silvia Gandolfi che tratteggerà il profilo umano e familiare del padre Vittorio Gandolfi, nel cui studio ha iniziato la sua attività professionale e consolidato la sua formazione.
L’intervento, che permetterà di conoscere i tratti meno noti della personalità di Vittorio Gandolfi, si avvarrà anche della partecipazione del prof. Gino Gandolfi, economista docente all’Università di Parma, presidente della Fondazione Magnani Rocca, membro del Cda di Crédit Agricole, già presidente di Fondazione Cariparma, presente alla giornata di studi nella veste di nipote dell’architetto: con i suoi ricordi e le sue riflessioni contribuirà a completare il profilo del celebre professionista.

Seguirà il contributo di Claudia Marchionni, studiosa di storia del Collegio Alberoni, che ricostruirà la nascita della Galleria Alberoni, la visione alberoniana di una casa per l’arte e il clima culturale e religioso dell’epoca.

L’architetto Cristian Prati, funzionario della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Parma e Piacenza, partendo da una lettura critica della Galleria Alberoni proporrà una riflessione sul tema delle ineludibili istanze di conservazione del patrimonio costruito moderno e contemporaneo che, in assenza di strumenti di salvaguardia, rischia di essere cancellato dalle città italiane.

L’intervento conclusivo è invece affidato all’archistar Giorgio Palù, che accompagnerà il pubblico in una riflessione sul tema del restauro del moderno, ovvero sulle potenzialità insite nel rigenerare l’architettura del Novecento progettando spazi per la Cultura. Sarà l’occasione per introdurre una tematica sulla quale Palù ha particolarmente riflettuto: la relazione tra architettura e musica.
Giorgio Palù, architetto, progettista, designer e artista, con studio a Cremona e con intensa attività internazionale, ha realizzato, nella città nella quale risiede, alcuni tra i luoghi più iconici quali il Museo del Violino, l’Auditorium Arvedi – che gli è valso il Compasso d’oro nel 2016 (“per aver realizzato con bellezza ed eleganza il concetto di armonia pari a un grande strumento musicale, il Violino”) e il più recente Museo Diocesano.
Tra i numerosi progetti internazionali che lo hanno reso celebre citiamo la Queen Silvia Concert Hall a Stoccolma, la sala concerti dedicata alla Regina Silvia di Svezia, progetto con il quale ha vinto, a settembre 2023, il Premio Luce in Svezia. La Sala concerti è un gioiello da 300 posti dove gli spettatori fluttuano su balconate sospese.

Nella sua intensa attività, che lo ha portato a elaborare architetture con forti implicazioni rispetto al contesto edificato, sviluppando un linguaggio nel quale ricerca volumetrica, sperimentazione materica e utilizzo del colore sono sapientemente coniugati per dare vita ad architetture innovative, Giorgio Palù ha affrontato il duplice confronto con il tema della museografia e dell’architettura per i luoghi di spettacolo.

È affidata a lui la chiusura di una giornata di studi che vuole valorizzare la figura di un importante architetto del secolo scorso e aprire prospettive per il futuro.

Vittorio Gandolfi (1919 – 1999)

L’architetto Vittorio Gandolfi, (1919-1999), è stato un protagonista del secondo razionalismo la cui attività progettuale ha spaziato dai grandi complessi di servizi, agli edifici pubblici ed alle case d’abitazione; di grande rilevanza inoltre l’impegno nell’edilizia religiosa.
Fu stimato da Piero Portaluppi, del quale fu allievo al Politecnico di Milano e da Le Corbusier che gli dedicò un pensiero autografo nel 1948.
Fu particolarmente attivo a Milano, ma realizzò importanti progetti sull’intero territorio nazionale. Considerato il padre degli aeroporti italiani, progettò nel 1956 lo scalo di Milano Malpensa, occupandosi delle parti destinate ai passeggeri ed ai servizi. Successivamente si occupò dell’ampliamento di Linate e della progettazione di Fiumicino. Sempre a Milano realizzò la Torre Servizi Tecnici Comunali il cosiddetto Pirellino. Si occupò inoltre della progettazione di numerosi quartieri di edilizia popolare: a Milano il Quartiere triennale ottava QT8 e le case INCIS, a Metanopoli progettò le case “a vita di vespa”, a Parma i quartieri Montanara e INCIS, a Cremona progettò il quartiere Po.
A Salsomaggiore realizzò casa Gandolfi, la chiesa di S. Maria Ausiliatrice al Poggetto e una modernissima casa sull’albero.
L’interesse per l’edilizia religiosa lo vide attivo presso il Centro studi d’architettura per la comunità cristiana di Milano e presso il Centro studi per l’architettura sacra e la città di Bologna. Progettò quattordici chiese, fra cui le chiese di S. Francesco di Sales, di Santo Spirito e della Madonna del Lago all’idroscalo a Milano.
Suscitò grande interesse anche il progetto presentato al concorso per la realizzazione della Basilica santuario Madonna delle Lacrime, a Siracusa, che si avvaleva della collaborazione di Lucio Fontana.

Gandolfi ha lasciato importanti testimonianze della sua attività anche a Piacenza.
Oltre alla Galleria Alberoni, ha progettato la Casa di riposo del Clero con la chiesa dedicata all’Immacolata di Lourdes (1956), la Caserma dei Vigili del Fuoco su viale Dante (1963), il Polo scolastico Raineri Marcora su strada Agazzana, il raddoppio degli edifici dell’Istituto Tecnico industriale in via IV Novembre (1963/74) e il reparto di degenza dell’ospedale neuropsichiatrico, che poi sarà conosciuto come Villa Speranza (1967).
Fu inoltre membro del gruppo di architetti, coordinati da Vico Magistretti, che realizzò alcune Case d’abitazione nel quartiere INA-Casa di via Boselli, via Damiani.
A Villanova d’Arda ha realizzato la Chiesa parrocchiale e l’agenzia della Cassa di Risparmio.
I suoi edifici sono caratterizzati da strutture essenziali alle quali corrisponde la massima funzionalità. Attento alle nuove tecnologie, impiega elementi in cemento armato, ferro e vetro, accostandoli in una tessitura che ne esalta le valenze estetiche.
È inoltre attento al contesto e, nei suoi progetti piacentini, utilizza frequentemente il mattone, realizzando edifici connotati da un sobrio e razionale uso del linguaggio tradizionale.

Contemporaneamente all’attività progettuale, coltivò la passione per l’insegnamento. Fu professore di Composizione architettonica al Politecnico di Milano fino al 1963 e, dopo il trasferimento a Genova, nell’ateneo cittadino, dal 1965, fu docente di Elementi di Architettura e Rilievo dei Monumenti e dal 1980 al 1985 Ordinario di Composizione Architettonica, oltre che direttore dell’Istituto di progettazione architettonica.

Ebbe anche una significativa attività editoriale con le riviste Domus e Casabella.

Fu membro dell’Accademia nazionale di San Luca e accademico Clementino.
Nel 1984 la prestigiosa rivista di architettura Parametro gli ha dedicato un numero monografico.

 

 

 

La Galleria Alberoni (1964 – 2024)

Una casa per l’arte, la musica e la cultura

Il 21 maggio 1964, alla presenza delle autorità religiose e civili di Piacenza e di due ex alunni alberoniani divenuti vescovi, veniva inaugurata la Galleria Alberoni.

La data prescelta coincideva con il terzo centenario dalla nascita del Cardinale Giulio Alberoni e concludeva un percorso, iniziato nel 1957, di grande fervore progettuale, che aveva coinvolto l’Opera Pia Alberoni, la gerarchia ecclesiastica piacentina, la Soprintendenza, oltre naturalmente ad alcuni degli esponenti più eminenti del mondo culturale della città.

Aveva così inizio una storia, giunta nel 2024 al sessantesimo anno, che ha visto la suggestiva architettura progettata dall’architetto Vittorio Gandolfi  divenire nel tempo non solo tempio per la preziosa collezione d’arte del cardinale Alberoni, ma anche aula magna del Collegio Alberoni, e casa culturale piacentina tra le più apprezzate.

Soprattutto dopo il restyling concluso nel 2008, e diretto dall’arch. Giorgio Graviani, la Sala degli Arazzi è diventata luogo culturale di riferimento, permettendo l’organizzazione di importanti mostre, convegni e concerti e divenendo fulcro di preziosissime collaborazioni con Enti impegnati nella progettazione di eventi culturali di portata nazionale.

COMUNICATO STAMPA GIORNATA DI STUDI-9-13
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